Tesi - Meccanica Quantistica
Germana Panattaro
University of Turin
Equazione di Schrödinger
Quando ci si trova di fronte a sistemi microscopici si deve abbandonare il concetto classico di particella localizzata e fare riferimento all'equazione di Schrödinger che risolta fornisce la ampiezza di probabilità di trovare una particella nello spazio considerato. In termini generali quindi
Nel caso in cui una particella si muova lungo una sola della direzioni dello spazio, ad esempio lungo l'asse x, l'equazione diventa
(1)
Si consideri ora il caso in cui la particella si trovi in un sistema dove il potenziale sia nullo, si ottiene cosi
,
un'equazione differenziale del secondo ordine con soluzione
.
I valori di k sono tutti permessi e quindi l'energia stessa assume tutti i valori, cioè l'energia di una particella libera non è quantizzata. La funzione d'onda Y viene ad assumere la forma propria del moto armonico, dove il cos(kx) o sin(kx) componenti dell'esponziale rappresentano un'onda di lunghezza,
.
Inoltre per il principio di corrispondenza, poichè l'equazione (1) può essere espressa nel caso in cui V = 0 come
.
Si verifica che
,
ovvero la relazione di de Broglie verificata sperimentalmente nel caso di particelle senza vincoli di potenziale, è rispettata nell'equazione di Schrödinger. Passando invece al caso in cui il potenziale è diverso da zero ed uniforme, l'equazione sarà
.
Mentre la lunghezza d'onda viene ad assumere la formulazione
.
Le conclusioni traibili sono essenzialmente che per una differenza maggiore fra E e V, corrispondente all'energia cinetica maggiore, corrisponde una lunghezza d'onda minore. Nel caso limite in cui Ek = 0 (in pratica E = V e la lunghezza d'onda è infinita), cioè per una particella a riposo, la funzione d'onda sarà costante. Se non si può fare riferimento alla lunghezza d'onda, è possibile soffermarsi sulla curvatura della funzione d'onda vale a dire la sua derivata seconda, ossia quando Y mostra curvatura elevata (cioè ha lunghezza d'onda breve) l'energia cinetica è grande e viceversa, ciò è mostrato nella figura sottostante.
Nella tabella 1 sono raccolti i dati relativi all'andamento della lunghezza d'onda in funzione dell'energia cinetica per l'elettrone mantenendo il potenziale costante. Si può notare che energia cinetica e la lunghezza d'onda sono inversamente proporzionali.
Tab.1 - andamento di l in funzione dell’ Ek a potenziale costante di 0,5 eV per l’elettrone.
Prendendo una particella con massa superiore a quella dell'elettrone
e lasciando costanti i valori di ET e Ep,
s'ottiene una lunghezza d'onda minore di quella precedente; poichè
l ed m sono inversamente proporzionali.
Nella tabella che segue vengono confrontati i valori di l
per il protone e per la particella a in cui
E = 5x10-2 eV e
V = 0.7E.
Tab. 2 - Confronto tra massa e lunghezza d'onda con uguale E = 0.05
Fughe Quantiche
Elettrone nella Scatola
Per una particella libera l'equazione di Schrödinger per gli stati stazionari è della forma
.
Le soluzioni dell'equazione sono
.
per ogni valore di k; questo implica che tutti i valori di energia vengono ammessi.
Si consideri ora una buca di potenziale nell’intervallo ,
le cui pareti siano ad un potenziale infinito mentre all'interno della
stessa il potenziale è nullo, come conseguenza di tali restrizioni
l'energia apparirà quantizzata all'interno della buca.
Fra le due pareti l'equazione di Schrödinger è uguale a quella per una particella libera,
,
mentre riferita ai punti 0 ed L essa diventa
.
Occore valutare l'andamento della funzione negli intorni degli
estremi dove il potenziale è infinito. Si assuma così che
appena dentro le pareti sia ;
dato che
,
la curvatura della funzione d'onda mostrerà la concavita
rivolta verso l'alto, e al crescere di x tenderà ad infinito.
Nel caso in cui , allora
sarà
negativa e la concavità della funzione d'onda apparirà rivolta
verso il basso, ed in questo caso scenderà velocemente a meno infinito.
In un caso come nell'altro la cosa è inaccetabile perché
la funzione d'onda viene definita come una funzione continua, univoca,
ma sopratutto finita; quindi, se non può essere nè positiva
nè negativa, la funzione d'onda avrà valore zero appena dentro
le pareti.
La soluzione generale dell'equazione di Schrödinger per V infinito ammette come soluzioni:
Poichè al crescere di x il primo termine aumenta
senza limitazioni, si deve porre A = 0 impedendo così che
la Y tenda ad infinito; allora per x
> L la funzione d'onda diviene
in questo modo facendo aumentare x si avrà un declino esponenziale
verso lo zero. Dalla definizione di k si può dedurre che
la velocità con cui Y tende a zero, dipende
dalla massa e dall'energia potenziale, per cui quando il potenziale V
è infinito la funzione d'onda sarà uguale a zero, cioè
in x = L ed in x = 0. Si sono così definite
le condizioni al contorno (condizioni cui deve soggiacere la funzione d'onda
in corrispondenza di certe localizazzioni).
Se però il potenziale non raggiunge l'infinito pur restando maggiore dell'energia totale della particella, allora vi è la possibilità che la funzione d'onda non si annulli, questo almeno per pareti sufficientemente piccole in modo che V = 0 dopo una distanza finita.
In questo caso infatti, la funzione d'onda avendo un declino esponenziale all'interno della barriera di potenziale, conserva un valore finito oltre la barriera e quindi c'è la probabilità non nulla di trovarvi la particella; si tratta in questo caso dell’'Effetto Tunnel. Il decadimento della funzione d'onda dipende dalla radice della massa ciò vuol dire che minore è la massa, maggiore sarà la probabilità di trovare la particella oltre la barriera.
Esattamente, scrivendo le equazioni di Schrödinger per ogni zona in cui V è costante, risolvendo il sistema delle equazioni delle soluzioni generali per V > E e V < E, ed infine fissando le condizioni al contorno che impongono che la funzione in 0 e L sia continua e che la sua derivata prima in 0 e L esista e sia continua; da tutto ciò si ottiene che la probabilità di trovare una particella oltre la barriera di potenziale si può esprimere mediante:
,
dove
con
.
Riassumendo P dipende dalla radice quadrata della massa, dallo spessore della barriera, e dalla differenza di energia. Svolgendo i calcoli si ottiene che diminuendo la massa, la probabilità che la particella attraversi il potenziale risulterà maggiore, come riportato in tabella:
Tab. 3: Andamento della probabilità di trovare la particella dopo la barriera di potenziale in funzione della massa. P decresce all'aumentare della massa.
Ugualmente P è inversamente proporzionale all'altezza della barriera, ossia al potenziale D. Infatti per un elettrone di E = 5,0 eV e larghezza della barriera W = 0,06 nm.
Tab. 4: Andamento decrescente della probabilità all'aumentare della altezza della barriera di potenziale
Ponendo D = 7.0 eV e la larghezza della barriera pari a 0.06 nm, si ottiene:
Tab. 5: Andamento crescente della probabilità di trovare un elettrone al di là della barriera al crescere dell’energia della particella
Infine, aumentando la profondità della barriera, sarà maggiore il decadimento esponenziale e quindi si avrà una minore probabilità di trovare la particella oltre la barriera ponendo E = 5.0eV e altezza 10 eV si ottiene:
Tab. 6: Andamento decrescente della probabilità di trovare un elettrone al di là della barriera al crescere della larghezza della stessa
Ritornando al caso della particella racchiusa in una buca di potenziale infinito, Y = 0 per x = 0 e x = L; conoscendo la forma generale della funzione d'onda
,
che deve soddisfare le condizioni al contorno; considero la parete
in x = 0 dove (sin(0)
= 0 e cos(0) = 1, ma la condizione al contorno vuole che
,
quindi B = 0 e la funzione d'onda sarà:
.
Per l'altra parete x = L nuovamente la funzione d'onda si annulla, però in questo caso A non può essere nullo perchè se così fosse Y = 0 in ogni zona della buca. Bisogna dunque imporre che sin(kL) = 0, cioè kL = np con n = 1,2,3,... e mai n = 0 (poichè implicherebbe Y = 0 e k = 0), sempre per evitare l'annullamento della funzione all'interno della buca. Data
Si nota che E e Y sono definite dal numero quantico n il quale può avere come minimo valore 1; conseguentemente l'energia avrà sempre un valore minimo di
.
Normalizzando la Y si ottiene
per cui
Si consideri la rappresentazione grafica riportata nella pagina seguente, dove ci sono i primi tre livelli energetici e le corrispondenti funzioni d'onda per la particella nella scatola con profondità L = 2; il numero di nodi è pari ad n+1 e se si pone in x = 1/2 l'origine degli assi, si nota che le funzioni d'onda sono alternativamente simmetriche ed antisimmetriche, rispettivamente Yg e Yu.
L'intervallo fra due livelli energetici è:
per cui al crescere della lunghezza della scatola la differenza di energia tenderà a diventare sempre più piccola fino ad annullarsi per L che tende ad infinito. La densità di probabilità, che è
,
non è uniforme, si riscontra che è nulla in prossimità dei punti nodali e tende ad essere sempre più omogenea al crescere del numero quantico.
Tab. 7: Si nota che al crescere di L diminiusce la differenza di E tra due livelli contigui e che E è proporzionale ad n ed inversamente ad L
Tab. 8: La lunghezza della buca viene espressa in relazione ad a0 che rappresenta il raggio della prima orbita nell'atomo di Bohr
Buca di potenziale a pareti finite
Se si ha una particella che si muove all'interno di una buca a potenziale
finito, tale che , in questo
caso l'energia appare quantizzata.
All'interno della buca il potenziale è nullo, quindi l'equazione di Schrödinger è quella per la particella libera
Mentre allo spostarsi di x verso le pareti si ha una crescita rapida del potenziale, per cui all'esterno:
La funzione d'onda all'interno della buca ha un andamento sinusoidale del tipo
.
All'esterno della barriera ha un andamento di tipo esponenziale perchè il problema è evitare che Y tenda ad infinito per x crescente, quindi la funzione d'onda deve tendere a zero all'aumentare di x all'esterno della barriera, inoltre deve essere continua in tutto l'intervallo, e la sua forma è
.
La funzione d'onda non si annulla quindi sulle pareti, si ha perciò una probabilità non nulla di penetrazione da parte della particella nella barriera di potenziale. Inoltre la densita di probabilità non è uniforme, vi sono zone in cui è nulla in corrispondenza dei punti nodali, mentre tende ad annullarsi al di fuori della buca. Diversamente, tende a valori maggiori per numeri quantici maggiori, poichè l'energia della particella è proporzionale al quadrato di questi ultimi.
Altro ruolo importante è quello della larghezza della buca, inversamente proporzionale questa volta alla probabilità.
Tab. 9: Andamento di E al variare di n per L crescenti
Tab. 10: Per potenziali maggiori, tenendo fissa la lunghezza, aumenta l'energia
Tab. 11: Scatola a pareti finite con V = 990 eV e lunghezza 1 a0
Tab. 12: Gradino di piccole dimensioni. Scatola con V = 990 eV e lunghezza = 1 a0
Tab. 13: Gradino di dimensioni maggiore. Scatola con V = 990 eV e lunghezza = 1 a0
Considerando i dati della tabella 11 e paragonandoli con quelli delle tabelle 12 e 13 risulta che la perturbazione del profilo di potenziale provocata dall'aggiunta di un gradino di piccole dimensioni, riguarda quasi esclusivamente il primo livello energetico, mentre un gradino più grande coinvolge anche gli altri livelli.
L'Oscillatore Armonico
Una particella ha moto armonico quando è soggetta ad una forza di richiamo proporzionale allo spostamento rispetto alla posizione di equilibrio (x = 0). La forza è
per cui il suo potenziale è
,
che sostituito nell'equazione di Schrödinger dà
.
La particella è all'interno di una buca di potenziale simmetrica con pareti che crescono all'infinito all'aumentare della distanza dalla posizione di equilibrio x = 0. L'energia potenziale dipende dal quadrato dello spostamento dall'equilibrio e quindi, per grandi spostamenti la funzione d'onda decresce più lentamente rispetto al caso della particella nella scatola a pareti infinite perchè appunto; il potenziale diminuisce secondo x2 e non subitaneamente. Si definiscono le grandezze adimensionali
,
da cui
.
Una soluzione approssimata è
.
La soluzione esatta è
dove f è una funzione che non aumenta più velocemente di quanto decresca l'esponenziale, allora la funzione è accettabile per grandi spostamenti.
Dall'equazione d'onda si ottiene l'equazione di Hermite
le soluzioni sono accettabili solo per e intero, positivo e dispari:
L'equazione per i livelli energetici dell’oscillatore è
.
L'energia per l'oscillatore è quantizzata e la separazione tra i livelli adiacenti è
.
L'energia al punto zero è
,
compatibile col principio di indeterminazione che vieta la conoscenza simultanea delle osservabili momento e posizione. L'autofunzione normalizzata per l'oscillatore è
.
Da questo, si ottiene il valore medio dello spostamento,
.
Si deduce che gli spostamenti verso destra sono tanto probabili quanto quelli verso sinistra. Lo spostamento quadratico medio è direttamente proporzionale a n,
.
L'energia potenziale media è
L'energia cinetica media è
.
L'oscillatore armonico segue il teorema del viriale, secondo cui
,
quindi
poichè nel caso dell'oscillatore armonico b = 2.
.
Si può calcolare la probabilità di trovare la particella in una regione vietata classicamente. Secondo la meccanica classica il punto di inversione di una particella oscillante si ha quando l'energia cinetica è nulla. Secondo la meccanica quantistica la funzione d'onda non si arresta bruscamente quando l'energia potenziale è uguale all'energia totale ma tende a zero mentre lo spostamento tende a infinito, la probabilità che una particella si trovi oltre la barriera di potenziale diminuisce velocemente all'aumentare di n e tende a zero quando n tende ad infinito.
Le vibrazioni di molecole biatomiche possono essere trattate usando come modello quello dell'oscillatore armonico; infatti considerando in un primo tempo un'unica particella dotata di massa pari alla massa ridotta m dei due atomi, è possibili ricavare l'energia dei livelli e le funzioni d'onda per le diverse molecole biatomiche confinate in una scatola di potenziale parabolico in base alla relazione
.
Tab. 14: Dati relativi ai valori dei primi quattro livelli energetici per CO e Cl2
Le variabili del problema sono la massa ridotta e la costante di forza.
Nel primo caso le masse ridotte per le due molecole sono all'incirca identiche, esattamente m/kg = 0,114´10-25 per CO e m/kg = 0,2906x10-25 per Cl2 mentre le costanti di forza K sono diverse, rispettivamente K/Nm-1=1890.69 e K/Nm-1=3221.
Analizzando la tabella si può notare che i livelli energetici
relativi alle due molecole sono distanziati di una quantità costante
pari ad . A parità di
massa ridotta i valori dell'energia dipendono direttamente da K
e in particolare sono maggiori per CO, che ha K maggiore. Per le
molecole H2 e D2 invece la situazione
si inverte, le costanti di forza K sono comparibili, essendo per
H2, K/Nm-1 = 555, e per
l’altra molecola 561 K/Nm-1, le masse ridotte
sono invece differenti m/kg = 0.8302´10-27
e m/kg = 0.166´10-26.
In questo caso sono i valori delle masse ridotte che influiscono significativamente
sull'energia delle due molecole la separazione dei livelli energetici è
ancora costante e vale
. Quindi
in generale si deduce che:
Tab. 15: Dati relativi ai valori dei primi quattro livelli energetici per H2 e D2
Vibrazioni Molecolari: Molecole Biatomiche
La curva dell'energia potenziale per una molecola biatomica può essere approssimata ad una parabola per bassi valori di energia. In corrispondenza di energie di eccitazione elevate l'approssimazione è insoddisfacente e diviene del tutto errata in prossimità del limite di dissociazione. Quindi nelle regioni vicine al minimo della curva Re, si può approssimare l'energia potenziale con una parabola e l'equazione che descrive l'andamento è
dove K è la costante di forza del legame tra i due atomi. Il modello che viene considerato è quello dell'oscillatore armonico lineare. Dati due atomi di massa m1 e m2, con un certo potenziale, l'equazione di Schrödinger sarà
,
dove le due coordinate sono quelle degli atomi lungo l'asse di movimento x. L'equazione può essere semplificata ricorrendo alla separazione delle variabili, chiamando R la distanza fra gli atomi e X la localizzazione del baricentro.
Posto
allora si ottiene
Dividendo l'equazione di Schrödinger in un'equazione dipendente da X,
,
ed in un'equazione dipendente da R,
La prima equazione è l'equazione di Schrödinger per il moto traslazionale di una particella di massa M. Quest'ultima è quella per una particella con moto armonico lineare; gli autovalori che soddisfanno l'equazione corrispondono alle energie dei livelli vibrazionali permessi, cioè
L'energia dipende dalla massa ridotta e non dalla massa totale, e ciò è accettabile perchè permette il riferimento alle vibrazioni dell'atomo più leggero, in quanto spesso l'atomo più pesante può essere considerato 'fermo' rispetto all'altro.
Inoltre w è la frequenza angolare caratteristica di ogni molecola espressa in rad/s. Mantenendo costante la massa ridotta, ed aumentando la costante di forza (il legame sarà più forte), si avrà una minore estensione e compressione nel legame che si traduce in una frequenza vibrazionale maggiore. Viceversa diminuendo la costante di forza, si avrà una frequenza vibrazionale minore (causata da un legame meno forte).
Si può verificare quanto è stato detto, prendendo come esempio una molecola del tipo H-X, dove X è un alogeno, queste hanno costanti di forza diverse, mentre rimangono simili le masse ridotte.
Tab. 16: Frequenze vibrazionali per gli alogenuri
Passando da un livello n ad un livello n+1, aumenta l'energia e l'ampiezza della vibrazione; questa proprietà della molecola permette di ottenere degli spettri di assorbimento e di emissione, dai quali è possibile ricavare sperimentalmente l'energia e la frequenza delle varie transizioni. Le frequenze vibrazionali cadono nell'infrarosso. Le regole di selezione dell'oscillatore armonico dicono che
,
quindi la differenza di energia tra due livelli sarà per qualsiasi
transizione sempre uguale ad ;
così lo spettro dovrebbe avere solo una riga in corrispondenza di
.
Oscillatore Anarmonico
Il moto armonico semplice è un modello approssimato che per alti valori di energia non è più accettabile; infatti il moto armonico semplice non ammette che la molecola si dissoci, benchè per una certa energia la distanza tra i due atomi diventa infinita, provocando la rottura del legame. Per studiare il moto più approfonditamente si introduce una funzione che rassomiglia di più all'energia potenziale effettiva. L'energia potenziale vibrazionale è data dall'equazione di Morse
,
dove De è la profondità del punto di minimo, Re è la distanza di equilibrio tra i due atomi, e
.
La forma della curva di Morse fa sì che in prossimità del minimo essa rassomigli ad una parabola, ma a differenza della parabola prevede che ad alte energie abbia luogo la dissociazione.
Risolvendo l'equazione di Schrödinger con questa forma di potenziale, si ottengono come autovalori di Y,
.
Curva di potenziale per molecoli reali
È possibile rappresentare graficamente il potenziale di Morse per sistemi molecolari biatomici formati da elementi di cui sono noti i dati sperimentali circa la costante di forza, l'energia potenziale minima e la distanza di equilibrio tra i due atomi. Se si confrontano innanzitutto le curve rappresentative degli acidi alogenidrici; si osserva che, passando da HF ad HI, l'energia potenziale minima della molecola, la frequenza vibrazionale carratteristica
,
e la costante di anarmonicità diminuiscono. L'energia di dissociazione
.
dipende in modo inversamente proporzionale dalla massa ridotta (che aumenta da HF a HI) ne consegue che De diminuisce. La distanza di equilibrio dei due nuclei Re aumenta all'aumentare del raggio atomico. L'energia potenziale di Morse è quindi una relazione che rappresenta l'andamento reale delle biatomiche (benchè ora esistono forme molto più accurate di approssimazione). Il potenziale di Morse inserito nell'equazione di Schrödinger permette, una volta risolta, di calcolare l'energia dei livelli energetici per molecole reali; in questo caso si è tenuto conto dell'anarmonicità.
Tab. 17: Dati relativi ai potenziali di Morse per gli acidi alogenidrici
Si consideri ora l'effetto della sostituzione isotopica considerando gli isotopi dell'idrogeno:
Tab. 18: Valori calcolati per gli isotopi dell'idrogeno
Orbitali Molecolari
Orbitali atomici e spettri atomici
La soluzione dell'equazione di Schröinger diventa estremamente difficile quando ci si riferisce ad atomi multielettronici e a molecole; infatti gli stessi elettroni, richiedono l'inserimento nell'equazione di ben tre variabili ognuno. Di fronte a questa complicazione dei calcoli, è stata necessaria l'ideazione di un nuovo modello matematico semplificato rispetto al precedente, ma contenente lo stesso numero di informazioni riguardo la distribuzione elettronica e la natura dei legami.
Si parta quindi dalla considerazione che l'equazione di Schrödinger ammette soluzioni esatte solo per atomi idrogenoidi (problema a due corpi). Dalle soluzioni ottenute si possono così ottenere le autofunzioni descrittive degli orbitali atomici relativi ai vari livelli energetici. Il modello a cui si farà quindi riferimento, usa come base le autofunzioni così trovate per poi combinarle linearmente, e trovare così le funzioni relative agli orbitali molecolari.
L'equazione di Schrödinger per l'atomo di H, a sei variabili sarà
dove me = massa elettrone, mN = massa nucleo ; V(r) = Epot di un elettrone a distanza r dal nucleo con carica Z = 1 e dove
.
Prendendo la massa ridotta
,
si avrà
dove Ñb è riferito alle coordinate del baricentro dell'atomo e Ñ2 è riferito alle coordinate dell'elettrone rispetto al nucleo. Si assuma l'approssimazione adiabatica; considerando solo il movimento degli elettroni intorno al nucleo, l'equazione di Schrödinger si presenta nella forma semplificata,
Lo psi rappresentano le autofunzioni riferite ai livelli elettronici e saranno date dal prodotto di una funzione radiale, descrittiva della distanza r dal nucleo e di una funzione angolare,
con Rnl(r) = funzione associata ai polinomi di Laguerre, Ylm(q,f) = funzione armonica sferica.
Le funzioni d'onda per l'idrogeno dipendono dai tre numeri quantici:
n = numero quantico principale assume i valori 1,2,3,...,n e determina l'energia dei livelli elettronici
l = numero quantico del momento angolare assume i valori 0...(n-1) e determina il momento angolare dell'ellettrone
m = numero quantico magnetico assume i valori da -l a +l e determina la proiezione del momento angolare dall'elettrone sull’asse z.
Ad ogni valore di n corrispondono n2 valori di l e m, per cui ogni livello energetico è n2 volte degenere. La probabilità che un elettrone si trovi in una regione infinitesima è dato da
.
È possibile rappresentare gli orbitali attraverso una superficie
che rappresenta il 90% della probablilità. Il primo livello corrisponde
ai numeri quantici n = 1, l,m = 0, quindi la funzione
d'onda è indipendente dall'angolo e l'orbitale presenta simmetria
sferica (s) con probabilità massima di trovare l'elettrone
in prossimità del nucleo. Gli orbitali, invece, con l = 1
si definiscono 'orbitali p', e gli elettroni in tali orbitali hanno
momento angolare pari a da
cui l'ampiezza di probabilità sul nucleo è nulla, questo
vale per tutti gli orbitali con l > 0.
Energie elettroniche e spettro
dell'atomo di idrogeno
Quando un atomo, interagendo con un'onda elettromagnetica, subisce una variazione dello stato energetico assorbe od emette un fotone di
(condizione di Bohr), facendo così comparire sullo spettro atomico delle righe. Gli spettri ottenuti possono essere quindi di assorbimento o di emissione. Ciò si traduce fisicamente nella transizione da un livello di energia minore ad uno ad energia maggiore per l'assorbimento, o viceversa nel caso di emissione. Peculiare degli atomi idrogenoidi (atomi in possesso di un solo elettrone) è il fatto che l'energia è determinata dal solo numero quantico n, ed è indipendente da l ed m. Le energie dei livelli per l'atomo di idrogeno sono dati secondo la relazione
dove RH è la costante di Rydberg. Le regole di selezione restringono le possibilità di transizione tra i vari livelli energetici; nel caso particolare dell'atomo di idrogeno sono
.
In generale, se si suppone un'interazione con un campo elettromagnetico esterno che provochi l'emissione di un fotone, l'atomo risentirà di una diminuzione del momento angolare dovuta all'allontamento del fotone stesso, per compensazione quindi, l'atomo dovrà acquistare un nuovo momento angolare. Saranno così escluse tutte quelle transizioni che non permettono all'atomo da ripristinare il momento angolare, di conseguenza un elettrone in un orbitale d (l = 2) non può cadere in un orbitale s (l = 0), perchè il fotone corrispondente non sarebbe in grado di portare via un momento angolare così grande. Ogni riga dello spettro corrisponde ad una di queste transizioni che hanno numero d'onda esprimibile in base al principio di Ritz, come differenza di due termini, cioè
dove RH = 109677 cm, n1 = numero quantico riferito al livello minore, n2 = numero quantico riferito al livello maggiore. In generale, maggiore è l'energia assorbita, maggiore sarà il numero d'onda della linea spettrale corrispondente. Infatti, nel caso di spettri di assorbimento, con transizione 1s a 2p.
n1 = 1, l=0 livello iniziale
n2 = 2, l=1 livello finale
DE = -7,23 x 10-19 J
=121,56 nm
l = 8,22 x 10-3 m
È anche possibile dalla conoscenza del numero d'onda della linea spettrale ricavare i livelli, coi relativi numeri quantici interessati alla transizione.
Orbitali molecolari trattati mediante l'approssimazione di Hückel
Gli orbitali delle molecole poliatomiche si ottengono secondo lo stesso procedimento usato per gli orbitali delle molecole biatomiche, cioè combinando linearmente gli orbitale atomici per poi ottenere gli orbitali molecolari localizzati. Il problema nasce però quando si ha la sovrapposizione laterale degli orbitali atomici p per molecole con doppi legame coniugati, e quindi non localizzati. In questo caso si fa riferimento alla teoria di Hückel, la quale si basa sulle seguenti approssimazioni:
Si considerino, per esempio, le seguenti molecole:
BUTADIENE (CH2=CH-CH=CH2)
Gli orbitali p sono espressi come LCAO degli orbitali C2p degli atomi di carbonio.
Quindi
Si applica il metodo variazionale per trovare i coefficienti. Si pone il determinante secolare pari a zero, e con le suddette approssimazioni si ottiene
Le energie per i quattro MO sono quindi
L'energia totale nello stato fondamentale è
.
Ci si aspetterebbe una energia pari a 4a+4b, la differenza di 0,48b è detta energia di delocalizzazione. Il primo stato eccitato ha un'energia
.
CICLOBUTADIENE
Seguendo il procedimento di prima si ottiene
Le energie dei vari livelli
L'energia dello stato fondamentale è E = 4 a+4 b, in questo caso non si ha guadagno di energia: l'energia di delocalizzazione è nulla.
BENZENE
Il determinante secolare è
Le energie dei sei livelli sono
L'energia totale è
Rispetto a sei elettroni localizzati (E = 6a+6b) si ha un abbassamento di 2b dovuto alla forte delocalizzazione. Si deduce che 2b è l'energia di delocalizzazione.
Calcolo dell'energia di dissociazione
La regola di selezione generale per le transizioni vibrazionali richiede che, nel corso della vibrazione, il momento di dipolo elettrico della molecola cambi. Esaminando solo le molecole biatomiche si può dedurre quindi che sono attive solo quelle biatomiche eteronucleari, ma non quelle omonucleari perchè il loro momento dipolare rimane zero. Secondo il modello dell'oscillatore anarmonico i livelli di energia non sono equidistanti, ma si avvicinano sempre più sino ad arrivare al limite di dissociazione inoltre, sempre l'anarmonicità giustifica la comparsa di righe di assorbimento deboli corrispondenti alle transizioni 2 a 0, 3 a 0 vietate dalle regole di selezione. Il fatto è che la regola di selezione
si deduce in base alle funzioni d'onda dell'oscillatore armonico quindi, la stessa regola va considerata come un'approssimazione.
Le transizioni corrispondono alle variazioni di energia
De rappresenta il valore di E al limite della dissociazione, mentre D0 rappresenta il valore della differenza tra De e l'energia allo stato fondamentale.
È possibile determinare l'energia di dissociazione D0 del legame attraverso l'uso di una tecnica grafica detta estrapolazione di Birge-Sponer. Il metodo si basa sull’assunzione che D0 sia data semplicemente dalla somma di tutti gli incrementi di energia corrispondenti all'intervallo delle frequenze che va da
L'area sottostante la curva della differenza di energia in funzione del numero quantico vibrazionale può fornirla direttamente.
Alla base dell'estrapolazione c'è l'assunzione che le differenze si approssimino a zero linearmente.
È possibile calcolare il valore di De attraverso le misure dell'intercetta Y e della pendenza S della retta.
È possibile costruire un grafico di Ñ in funzione di n, (n + 1) oppure (n + 1/2): però solamente con l'impiego dei dati relativi al grafico di Ñ in funzione di (n + 1) si ottengono i valori migliori per D0. (n + 1) rappresenta lo shift di energia dal primo livello.
Tab. 19: risultati estrapolazione di Birge-Sponer per diversi molecole
Per alcune molecole, ad esempio H2, D2 e BH, l'accordo tra i dati ottenuti mediante l'estrapolazione di Birge-Sponer e quelli tabulati è molto buona, mentre per le altre molecole come HBr o HI i valori delle due energie di dissociazione sono molto differenti.