Uomo del mio tempo
Salvatore Quasimodo (1901-1968)
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
Uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
Con le ali maligne, le meridiane di morte,
-T'ho visto-dentro il carro di fuoco, alle forche,
Alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
Con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
Senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
Come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
Gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi." E quell'eco fredda, tenace,
È giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
Le loro tombe affondano nella cenere,
Gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Quasimodo was in Milan in August 1943 when the city suffered four aerial bombardments by hundreds of planes. It's certainly not a coincidence that one of the first images of the poem portrays man as an aviator sitting in the cockpit of a combat plane. 'Uomo del mio tempo' is permeated with an atmosphere of horror, death and cruelty. The poet exhorts the younger generation to forget their fathers - that is, to repudiate their forebears and start a new era in which war can be forgotten.
Mike Towler, April 1998